Il nuovo album della cantautrice e chitarrista statunitense Ani DiFranco, “Revolutionary Love”, mette definitivamente in mostra uno dei suoi più potenti doni come artista: la rara abilità di dar voce alle tensioni e frustrazioni più intime dell’essere umano, sia a livello personale che politico. Prodotto dalla stessa DiFranco e registrato prettamente in due frenetici giorni presso lo studio della Overdub Lane a Durham, il ventiduesimo album in carriera della prolifica Ani, giustifica la folle corsa dietro alla sua realizzazione. “Revolutionary Love” è composto da una selezione di 11 canzoni, è radicato nel liricismo poetico e nel sempre imponente lavoro vocale dell’artista, aprendosi in una sottostimata, ma accattivante alchimia di folk, soul e rigogliosamente strutturato jazz-pop. Nella realizzazione di questo sound, DiFranco e il produttore Brad Cook collaborano con una lista eclettica di musicisti, tra i quali il percussionista Brevan Hampden, il suonatore di corno e flauto Matt Douglas, il pianista Phil Cook, il batterista Yan Westerlund e due componenti storici della band del tour di DiFranco, Terence Higgins alle percussioni e Todd Sickafoose al basso.
